La piccola stanza del motel era piena di luce solare pomeridiana e la brezza era leggera attraverso le finestre aperte. La ragazza era sdraiata sul letto, indossava solo una maglietta sottile e minuscole mutandine di pizzo. Dopo una lunga giornata di studio e lavoro, ha scoperto di aver davvero bisogno di un po' di "sollievo".
I suoi occhi guardavano distrattamente il soffitto, la mano accarezzava lentamente dal collo al petto, per poi scivolare gradualmente verso il basso. La punta delle dita accarezzava il panno sottile che era già leggermente bagnato. Ogni movimento faceva tremare leggermente il suo corpo, il suo respiro era affrettato. Con una mano si strofinò delicatamente i seni, l'altra mano strinse il ritmo della stretta fessura calda.
"Mmm... Ư... Tu..." – istintivamente chiamò il nome del suo amante. Lei trasalì, si voltò in preda al panico e vide lui – il suo amante – in piedi sulla porta con un sacchetto di cibo in mano, gli occhi incollati alla scena di fronte a lui.
Lo spazio si blocca per secondi.
"Oh... Perché sei tornata a casa così presto?" – Si tirò ostinatamente la coperta per coprirsi, il viso rosso come il fuoco.
Camminava lentamente, la voce rauca: "Ho dimenticato il telefono... Ma non mi aspettavo di vedere questa scena".
Si coprì il viso e disse a bassa voce: "È troppo imbarazzante... Non credo che tu...
""Va tutto bene..." – si sedette accanto a lei, sussurrandogli all'orecchio – "Ho così caldo... Lascia che ti aiuti completamente".
Senza aspettare una risposta, le sue labbra afferrarono le sue labbra e la baciarono divorante. Una mano forte tirò fuori la coperta, poi la fece scivolare nelle mutande, sentendo l'umidità che gli faceva battere forte il cuore. Poteva solo gemere stordita mentre la punta della sua lingua esplorava ogni punto sensibile.
La spinse delicatamente sulla schiena, le tirò giù le mutandine e sussurrò: "Mi renderai più felice di qualsiasi volta che lo farai da solo". Poi, senza un attimo di esitazione, allungò la lingua per esplorare, leccando e succhiando, facendola piegare il corpo e gemere in modo incontrollabile.
"Tu... vai forte... Non smettere..." – quasi implorò.
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